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Chi estrae valore dai «bad bond»

di Nicola Borzi

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4 Ottobre 2008


«D'accordo, Lehman Brothers è saltata. Ma ora dei bond che ho in portafoglio che ne faccio?».
Il silenzio imbarazzato che spesso segue questa domanda (lo stesso che ha spinto Assosim a chiedere agli intermediari di fornire agli investitori informazioni omogenee), necessita di alcuni chiarimenti. Eccoli. Le obbligazioni corporate, lo abbiamo già visto con i casi Parmalat , Cirio e le altre andate in default, non muoiono con le aziende che le hanno emesse. Tutt'altro. Pur gravemente ferite, hanno una ristretta cerchia di acquirenti che le prezzano, le acquistano e le rivendono sulla base di alcune variabili ben definite.

Chi compra e chi vende
I bond della Lehman Brothers non fanno eccezione e, anche nei giorni successivi al crack del colosso bancario statunitense, venivano scambiati con un prezzo di acquisto (denaro, ask in inglese) e di vendita (lettera, bid in inglese). Chi li compra? Specialisti di questo genere di operazioni sono, all'estero, Deutsche Bank, Merrill Lynch e la banca d'affari Usa Jefferies Group. In Italia c'è la Advicorp, banca con sede a Londra, che in passato ha già intermediato 200 milioni di bond Parmalat, altrettanti di Argentina e Cirio. Perché lo fanno? Perché sperano che con il procedere delle procedure concorsuali e il rientro degli asset (recupero dei crediti, cause, azioni revocatorie, cessioni di partecipazioni e cespiti e relativi realizzi) anche il loro prezzo risalga in modo significativo.
Chi li vende? Possono essere investitori istituzionali o singoli investitori che intendono fare cassa, anche a costo di perderci. «Questi ultimi per farlo – chiarisce Marco Elser, partner italiano di Advicorp – non possono trattare direttamente con Advicorp, ma debbono rivolgersi alla propria banca e chiedere a lei di contattare la nostra struttura».
Una curiosità che sa di legge del contrappasso: tra le banche d'investimento più attive su queste tipologie di asset c'era, sino al 15 settembre scorso, proprio Lehman Brothers.

Quali prezzi per quali bond
Ma quali sono le attuali valutazioni delle obbligazioni Lehman in circolazione? Nella tabella in basso è indicata un'elaborazione che dà conto dei prezzi (denaro - lettera) a cui vengono trattate queste emissioni (che complessivamente avevano un valore di 15,443 miliardi di euro). «Va chiarito – spiegano Giacomo Imperiali e Vladislav Hadjidinev, rispettivamente director e associate di Advicorp – che non su tutti i titoli esiste un mercato. Ma su questi si registra una certa vitalità». E perché alcuni di questi vengono scambiati a prezzi più alti? «Secondo le nostre stime le emissioni che più si prestano a un recupero sono quelle della società europea controllata dalla Lehman Holdings, l'olandese Lehman Treasury Bv. Che vengono scambiate a un prezzo variabile tra 17 e i 19 (base 100). Riteniamo al contrario che i recovery ratios della holding capogruppo saranno su livelli inferiori e questo spiega le diverse valutazioni». Va detto, in ogni caso, che su alcuni asset di Lehman circolano alcuni report di società di rating che indicano valori di realizzo prospettici molto più elevati. Questo potrebbe riflettersi sui prezzi che circolano in questi giorni. E, dunque un'alternativa potrebbe essere quella di tenerle e seguire da vicino le vicende della procedura.

Il fattore «V», la valuta
Una variabile poco considerata nella vicenda Lehman riguarda, poi, la valuta delle emissioni. Perché invece è importante? La procedura a cui è sottoposta la Lehman prevede il congelamento della situazione patrimoniale al momento della dichiarazione d'insolvenza. Significa che il liquidatore (la Price WaterhouseCoopers) arriva e scatta una fotografia. Sulla pellicola, tra l'altro, viene impresso il tasso di cambio al momento della bancarotta. Il 15 settembre (data del crollo di Lehman Brothers) il dollaro veniva scambiato a 1,4151 contro euro. Ogni recupero che si riuscirà a ottenere in futuro, dunque, verrà contabilizzato a questo tasso di cambio indipendentemente dal valore del dollaro al momento del recupero stesso. Le ripercussioni sulle emissioni, così come sugli altri asset, dovranno tenere conto anche di questo fattore.

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